lunedì 3 giugno 2013

ho letto, da qualche parte, che ogni luogo avrebbe bisogno della sua "insettopia". cioè quel posto nei quali gli insetti trovavano il loro paradiso fatto di scarti ignorati e rifiutati dai più, ma invece dettagli vitali e gratificanti per loro. un luogo  fatto a misura di persone "diverse", un luogo dove la realtà che conosciamo, le regole sociali, vengano deviate come in una deformazione spazio temporale, si piegano assumendo forme inconsuete, desociali, diverse, ma che possano essere zelatamente calzate da chi, diversamente da noi, non ritiene importante ciò di cui noi "normali" viviamo. Sentimenti, emozioni, valori, sensazioni, esperienze, tutto assume una forma a noi astratta, assurda, eppure a misura di umanità più di quanto noi possiamo credere. se fossimo così capaci ed intelligenti come crediamo d'essere, allora ogni paese, ogni comunità avrebbe la sua insettopia, accogliente, che sà ascoltare, se sà capire i bisogni e le esigenze, che sà soprattutto comunicare, aprire un canale di dialogo con una umanità spesso, purtroppo, dispersa ed inascoltata.

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