sabato 28 dicembre 2013

la verità






mentire, mentire, mentire. incredibile come, per alcuni, diventi la prassi, la normalità, l'abitudine. come si possa fondare la propria vita sulla menzogna, non sò, per mè è inconcepibile. è come costruire una casa sulla sabbia in riva al mare, o su un ghiacciaio nel pieno dell'inverno. sarà bella, sarà spaziosa, porterà a gioie immediate, vi andrà spesso bene, ma sappiate, ma sapete, state mentendo. rimango stupito, o meglio, basito, di chi sà mentire perennemente a chiunque, ai propri cari, addirittura candidamente ai propri figli, eppure mi dico, mi ripeto, che la verità è la vera dimora, la verità è la pianta che porta i frutti, la verità è l'estate della vita. certo si fà fatica, la strada è spesso irta e tortuosa, le forze spesso vengono a mancare, ma la verità cammina nel giusto e trova sempre la strada senza timore.

giovedì 26 dicembre 2013

"perdona loro"




Già, perdonare i torti subiti, le maldicenze, le cattiverie, le insipienze, le volgarità, le discriminazioni, le differenze, le bugie. bisogna perdonare, vincere il rancore, superare il dolore, le sofferenze, il male inflitto, il male tutto. esiste solo una luce, un unico destino, un unico pianeta, un solo orizzonte. ma il perdono senza giustizia è vano, il perdono non esiste senza giustizia. ci deve essere giustizia, e ci sarà, ne sono convinto, ne sono speranzoso, per me, per tutti. ci sarà. -amo la vita-


lunedì 16 dicembre 2013

mi chiedo: perchè in questo paese, non si ha il diritto di vivere seguendo le proprie inclinazioni? perchè uno stato, una non bene definita etica collettiva, deve impedire alcune condotte tacciandole di irreverentismo e di sconveniente? Vi assicuro, sono il primo a trovare squallido la prostituzione oltre che immorale, sono il primo a dire che fumare è un delitto contro il proprio corpo e il proprio futuro, sono il primo ad alzarmi in piedi scandalizzato quando sento i numeri di quanto costa alla sanità italiana e quindi alle mie tasche, le condotte scellerate di iper obesi, fumatori, malattie sessualmente trasmettibili, oppure appossionati di "sport" estremi. ma chi sono io per giudicare? la morale è un diritto di chiunque, ma anche come spendere la propria vita lo è, e allora che ci sia una sanità privata, ognuno si faccia la propria assicurazione e corra il proprio richio, ovviamente garantendo i più poveri e i più deboli. basta dover dire "mi spiace non si può"! vorrei vivere in una società libera! vorrei che i miei figli non ne sentissero la necessità di cercare oltre la morale e l'etica a cui appartengono, e non dicessero, non lo faccio perchè è proibito. i veri uomini e donne sanno appartenere.


lunedì 25 novembre 2013



per essere cielo devi essere aria, saper cullare le valli e scendere tra gli anfratti, saper riflettere i colori e far passare nel ventre la luce, le parole, i suoni, la musica. per essere fuoco devi saper essere calore, cullare i bimbi infreddoiti, scendere dai primi raggi del sole di primavera, raggiare indiscriminatamente il bianco così come il nero e saper passare tra le mani, i cuori. la pelle. se voi essere, devi saper essere, uomo, donna, anima, spirito, non temere . - la gioia è umile così come colui che sà donare senza timore-

mercoledì 13 novembre 2013

fiore




 a volte penso come sia bello arrivare a fine di una giornata e scoppiare in una risata, o semplicemente in un sorriso, una gioia improvvisa, una semplice gemma, inaspettatamente sboccia, pensando a ciò che in una giornata, in una anonima giornata è successo. un grazie, una persona che affettosamente e con entusiasmo si ricorda di tè, una battuta, un sorriso, un "sto prorpio bene con tè", qualcuno che vive del tuo lavoro, chi combatte per un sogno accanto a tè...tutti i giorni penso che sia bello arrivare alla fine di una giornata con il sole che splende ancora nel cuore. grazie.



martedì 29 ottobre 2013

passo al passo



quando tagli un traguardo tagli un nastro, chiudi un percorso, portandoti con tè tutto un bagaglio fatto di giorni ad allenarti, fatiche, pensieri, preoccupazioni, gioie, dolori. quando tagli un traguardo è la storia che giunge con tè, è il passato che dà ragione al presente. quando tagli un traguardo apri una finestra sul mondo che ti porti dentro, intorno, sul mondo che spinge nei muscoli, pulsa nella testa, batte nel cuore. quando tagli un traguardo ti accorgi che la fatica ha un suo senso e diventi più forte, hai una ragione per alzare lo sguardo e sai scorgere oltre, hai  un motivo in più per aggiungere un passo al passo, un giorno al passato ed un sogno al futuro.

sabato 26 ottobre 2013


ad esplorare il tempo, negli anfratti delle antiche grotte, eccoci i gita al museo egizio di torino. un viaggio pieno di curiosità, simpatia, ironia, canti sul pulmino, e voglia di conoscere il mondo che ci circonda e ci ha preceduto. siamo qui, in tanti, caspita quanti! felici d'esserci.

mercoledì 23 ottobre 2013


viaggiare è sperare. Sperare che non si trovi traffico, sperare di ricordarsi la strada, o che il satellitare non sbagli. sperare faccia bel tempo e non ci siano incidenti. Sperare di arrivare in tempo, di non bucare, di evitare i lavori in corso. Viaggiare è sperare, e sperare è affidarsi, a chi ? al caso, forse, alle propie capacità? sicuramente. Viaggiare è sperare sempre e comunque che si arrivi. - bisogna avere sempre tanta speranza-

giovedì 17 ottobre 2013



mi sembrava interessante questa riflessione: il futuro è una costruzione immaginaria. il passato è esistito, ne abbiamo coscienza, memoria, ricordo, il presente lo viviamo, è reale, ma il futuro invece non è tutto ciò, è oltre, è altro, potrebbe essere, oppure no, è ipotetico, arriverà, è illusorio, non è mai sicuro.viviamo nel presente ipotizzando e preparandoci per il domani che non arrirà mai, proprio perchè quando mai ci avvicineremo, si sposterà in là riaquistando la sua natura. si attraversa il giorno spinti da un costruto irreale, ma d'altra parte, se non ne avessimo uno, la stessa esistenza non avrebbe senso. quindi il futuro viene spinto dal presente, ad assumere forma oggettiva, reale, una strana curvatura spazio temporale che avvicina sogni, desideri, speranze al presente. in questo istante, in ogni momento che scorre nelle nostre vite troviamo la sintesi di noi stessi, forgiati dalla nostra storia, proiettati nel domani, custodi di speranze e desideri.

venerdì 4 ottobre 2013


Immaginate un giorno, un giorno qualsiasi, uno come tanti, uno qualsiasi. un giorno con il sole, o forse nuvolo. un giorno di pioggia, magari d'estate con il caldo, oppure in inverno, non sò, immaginate. provate a ricordare un giorno dei tanti giorni della vostra vita, in ufficio, in vacanza, su quel pullman che vi porta a casa, o sull'auto sfreccianti in autostrada. fermatevi solo un istante e tuffatevi nei ricordi, belli, brutti, insignificanti, scegliete voi. per chi stavate consumando la vostra vita?  noi, io, eravamo lì, eccoci, fieri, soli, smemorati, orgogliosi, traballanti, increduli, pensierosi, senza soldi, sognatori, schiacciati ma in piedi. noi eravamo lì, fianco a fianco, quello è il mio immaginare, la giornata come tante, come tanti, insieme a tanti. amo la vita, troppo per tenerla solo per mè.


giovedì 8 agosto 2013

un fruscio improvviso scosse dei rami posti all'altezza dello sguardo. un attimo ancora e un silenzio irreale vibrò tutt'attorno l'aria. il tempo fu come per magia bloccato mentre raggi di sole tagliavano il bosco scagliandosi lanceolati, dalle fronde alte e verdi di antiche e vecchie immortali quercie. un secolo, un anno, una vita, che importa, tutto si svuota di significato quando colse la presenza dello spirito della natura. una serpe, un tutto, una veste di donna che striscia tra le foglie umide, una goccia di rugiada che tende una foglia larga e fresca.  il movimento diventa spettro, e il corpo magia mentre disegna spazi attorno a sè. voltò lo sguardo verso l'alto, delicatamente, fine come carezza o piuma che si adagia, l'aria scende dal cielo passando sugli alberi e raccogliendone i delicati frutti, si adagia su pelle stupita, calda, viva della vita che sà farsi cogliere dall'anima del mondo. - che bello vivere-

sabato 20 luglio 2013

fiume




corre il fiume verso valle,
e sei anima,
 come raggi di sole stesi al sorgere dell'alba,
ora vivi in questo attimo,
ma se fossi gabbbiano librar su onde tra venti di tramontana,
si scuotono le foglie e i rami nell'autunno,
 vivi il giorno, vivi l'attimo,
ora sei, e non lo sarai mai più,
come goccia che scuote la pietra;
soffio che si scaglia sui petali,

ora sei e non lo sarai mai più.    

- ama la vita -

domenica 7 luglio 2013

ora sei

sei tu, sei, eppure non dovevi, no non me lo aspettavo, come sia, chi lo può dire, miracolo inaspettato, sielnzio e poi.  come dal nulla che squarciò l'universo, improvviso sconcuassò il tempo creando lo spazio, lanciò il presente e sognando il futuro ecco ora sei, e sarai, sempre, piccolo e immenso miracolo tra noi ora sei.

sei.

sabato 6 luglio 2013

speranza

Se non ci fosse la speranza non ci sarebbe futuro. Come l'acqua che accompagna la traversata di un deserto o l'aria che riempie i polmoni esausti di chi nuota, così è la speranza, è ciò che vince le difficoltà, è l'amata sempre presente in ogni palpito del cuore, è il battito d'ali che anche se sei in quota ed in caduta libera, sai che ci puoi sempre contare. La speranza è tutto. E' immensa tanto quanto sappiamo accoglierla, viverla, tanto quanto siamo sereni con  noi stessi e sappiamo condividere i nostri passi con l'altro. La speranza altro non è che la stessa faccia dell'amore.

 

lunedì 1 luglio 2013

l'uomo vespa


Ecco a voi l'uomo targato! proprio come quando si dice un tutt'uno con la propria moto! questa è una foto scattata ad un personaggio reale. se la vecchia vespona non è più in grado di portare una moderna targa, qual'è il problema, la porta l'autista, per certe cose siamo disponibili davvero a tutto, per molte altre anche se più eticamente importanti, invece....ma scusate lui pagherà anche il bollo?

lunedì 24 giugno 2013

vivere


Vivere vuol dire essere vita. ogni passo che facciamo su questa terra è una presenza indelebile. possiamo illuderci che il tempo sia abbondante o che esistiamo solo noi o che la realtà che ci circonda possa essere manovrata e piegata a misura dei nostri capricci, delle nostre paure, dei significati non trovati, ma presto vi ritroverete di fronte all'evidenza. La menzogna, la falsità, sono stupidi costrutti dell'umanità, si dissolveranno e vi troverete nudi. vivere vuol dire poter sorridere del sole che splende sui propri passi, vivere vuol dire poter vedere l'orizzonte attraverso l'aria limpida e fresca che accarezza il volto, vivere vuol dire essere circondati da profumi e fragranze che sgorgano attorno a noi come fonti d'acqua pura, vivere è avere al proprio fianco un fratello con cui condividere il pane e sognare un futuro migliore, vivere è saper rispettare ogni vita, ogni scelta, ogni dove, ogni essere.

venerdì 14 giugno 2013

come le foglie di un albero, così è la nostra vita. non una lussureggiante epoca fatta di sole, pioggia e vento, ma una continua trasformazione, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, ora dopo ora. non esiste semplicemente l'albero spoglio o l'albero lussureggiante, ma una infinità di sfumature, dimensioni, colori, che caratterizzano la sua natura. troverete rami imbiancati e poi ricchi di piccole gemme verde chiaro, foglioline tenere che si rafforzano catturando ogni raggio di sole. fiori bianchi, gialli, rosa, frutti, bacche, e poi maestosità e potenza, infine colori a non finire, un arlecchino che sberleffa la morte, e poi il volo giù cullati dai venti e dalle folate di una nuova epoca, infine adagiate ai piedi, umili, sulla terra, immobili, assonnate, silenziose, trascinate dai restrelli, coccolate dalle manine dei bambini, ammucchiate sui prati, accendersi in spettacolari falò, per poi svanire, sciogliersi, ridiventare linfa vitale pronta per ricominciare con la nuova primavera. la vita è meravigliosa, unica, imprendibile, indefinibile, vivere con onestà verso se stessi e soprattutto verso i propri simili è la chiave di volta per camminare nella pace e nella gioia in questo immenso universo.

lunedì 3 giugno 2013

ho letto, da qualche parte, che ogni luogo avrebbe bisogno della sua "insettopia". cioè quel posto nei quali gli insetti trovavano il loro paradiso fatto di scarti ignorati e rifiutati dai più, ma invece dettagli vitali e gratificanti per loro. un luogo  fatto a misura di persone "diverse", un luogo dove la realtà che conosciamo, le regole sociali, vengano deviate come in una deformazione spazio temporale, si piegano assumendo forme inconsuete, desociali, diverse, ma che possano essere zelatamente calzate da chi, diversamente da noi, non ritiene importante ciò di cui noi "normali" viviamo. Sentimenti, emozioni, valori, sensazioni, esperienze, tutto assume una forma a noi astratta, assurda, eppure a misura di umanità più di quanto noi possiamo credere. se fossimo così capaci ed intelligenti come crediamo d'essere, allora ogni paese, ogni comunità avrebbe la sua insettopia, accogliente, che sà ascoltare, se sà capire i bisogni e le esigenze, che sà soprattutto comunicare, aprire un canale di dialogo con una umanità spesso, purtroppo, dispersa ed inascoltata.

venerdì 31 maggio 2013

mi sembrava interessante questa riflessione: il principio che muove tutti gli esseri a vivere in questa vita è, indiscutibilmente, la felicità. questa però non è mai fine a se stessa,  data la sua particolare natura, fa sì che si allunga o si ritrae, si diffonde o si dissolve, in base alla materia in cui essa passa. si può quindi dire che la felicità non è un oggetto con una sua fiosiognomica forma deducibile semplicemente osservandola, ma è intrinseca a ciò di cui essa stessa si permea. quindi non è contenibile, non è trascrivibile, non è chiudibile, non è afferrabile, non è prescrivibile, si è felici solo e soltanto cogliendone l'essenzialità, si è felice soltanto essendo sempre e solo se stessi. - nessuno potrà mai avere la ricetta della felicità, nessuno potrà mai insegnare ad esserlo, nemmeno un genitore al proprio figlio, mai, chi lo fa è un disulluso -

mercoledì 29 maggio 2013

"quando camminava lungo la strada notava sempre dei piccoli sassi ai lati. lo sguardo seguiva una immaginaria linea che percorreva il lato destro, mentre i piedi seguivano come cani al guinzaglio, quel corpo rigido ed impostato. in quei momenti non esisteva nessuno, tutto era senza significato, trasparente, vacuo. il vento sollevato da un mezzo, le voci delle persone, il sole, la pioggia, tutto non esisteva. i passi volano leggeri, sintoni, musica, battono il tempo dell'universo, mentre lo sguardo cerca ciò che non c'è." - diario di un autistico -

lunedì 27 maggio 2013

a volte mi stupisco di come molti si educano a tutto pur di non affrontare ciò che li pone in una situazione di eterno disagio. in natura. normalmente, un flusso di corrente elettrica andrà sempre dal punto A al punto B seguendo la via più breve. così come una corrente d'acqua si sposterà lungo un piano inclinato, sempre seguendo la via più breve. uguale si comportano le correnti d'aria, la luce ecc., sempre e solo dal punto A al B per la via più breve. se nel percorso ci sono degli ostacoli, questi elementi ci sbattono letteralmente contro, con tutta la loro forza, ci rimbalzano addirittura, finchè non riescono, se possono, ad aggirarli e proseguire, sempre per le vie più brevi. così, purtroppo,  i pensieri, i sentimenti, le emozioni negative delle persone. di fronte ad un problema, ad un sentimento negativo, ad una delusione, ad una insoddisfazione,ad un torto subito, o anche al desiderio di stare meglio, di riscatto, di rivincita, di volere un futuro migliore, ecc, molti cercano sempre e solo la strada più breve, travolgento tutto ciò che trovano sul loro cammino, facendo il più delle volte male a se stessi e a coloro che li circondano. ma la tragicità del misfatto è come siano sempre in grado di giustificarsi di fronte ad un alt, di tornare sui loro passi e di ripartire lungo quel piano inclinato. la natura ci appartiene, ci circonda, è dentro di noi, e proprio per questo ci insegna come sia possibile costruire il bene attraverso una umanità cosciente, fatta di pensieri, confronti, riflessioni, attenzioni prima di tutto partendo da come stiamo noi. ehei! gente! come state???

lunedì 13 maggio 2013

per favore, quando discutete delle vostre inettitudini, per favore, non giustificatevi nascondendovi dietro i più deboli. grazie. i bisogni, la realtà in cui volete operare e le vostre risorse, sono questi i tre capisaldi su cui dovete interagire, la professionalità non si improvvisa e se il sociale è ridotto come è ridotto è un po', e molto, colpa di tanti.

mercoledì 8 maggio 2013

buonasera,
come una giornata finisce ci portiamo appresso il tempo di cui essa era fatta e che noi abbiamo avuto il privilegio di viverlo. è certo un dono, ma paradossalmente, non un diritto sciuparlo o buttarlo o violentarlo o insultarlo o infangarlo. oggi qualcuno mi ha detto che non aspetta altro che poter fregare qualche negro. a mè lo ha detto! ma vi rendete conto? a me!!!!  state attenti perchè vi sarà chiesta ammenda, vi sarà chiesto come avete usato le vostre ricchezze, il vostro tempo, la vastra vita. non sò come molti possano dormire sonni tranquilli.... - l'odio corrode chi lo genera -

lunedì 6 maggio 2013

parlare di neve quando la primavera sboccia è una violenza che stride con i colori che sbocciano, gli odori dei pollini, i suoni delle api, i canti degli uccelli, il volo delle rondini. eppure eccola improvvisa, inaspettata, glaciale arrivare trasportata dal vento freddo, da nuvole grigie e poi nere, scavalcano valli, scivolano da dietro i monti e si fermano opprimenti, bianco il velo copre ogni cosa, pure l'orizzonte, pure il futuro, pesanti su di noi opprimono fredde, mortali mani sui nostri cuori. Sei sorriso e ora più nulla, sei gioia ed ora tristezza, Sei speranza ed ora Lacrima, Sei culla ed ora Fiore. Eppure lo sò, Sei corpo ed ora Spirito, sei Gettato ed ora Libero, Sei disperazione ma ora certezza. Il gelo non potrà mai uccidere la Vita. non ti ho mai conosciuto eppure lo sò, eppure ti sento, eppure ne sono certo, eri quì ed ora sei là, eppure lo sò, un giorno ci conosceremo. - a Federico-

lunedì 29 aprile 2013

in questi giorni si sente parlare di eroi, gesti responsabili, sacrificio, dedizione. sinceramente rimango basito pensando come si sia davvero perso il significato reale di queste definizioni, per lo meno ai livelli per cui vengono usate. c'è chi, per senso dello stato, si sacrifica facendo il Presidente della Repubblica. chi si decurta il compenso del 30 percento accontentandosi di 13000 euro al mese, chi arriva davanti al quirinale guidando "la macchina di famiglia", una volta, ovvio, del resto scorta e auto blu sono un suo diritto, dovere, come tutti gli altri privilegi, ma che grande gesto arrivare con un'auto utilitaria! c'è chi chiede sacrifici agli altri ma le vesti non le si straccia. se il significato delle parole conserva ancora un pò di valore allora sappiate che prima di noi e attorno noi ci sono persone che per una causa non si deprimono, non scherzano con le parole, ma si danno, garantiscono personalmente, vendono ciò che hanno, si spendono non solo con buone azioni o bei gesti, ma con tutta la loro vita, tutto.gli eroi siamo noi, siete voi che date tutto per un sogno, rischiate tutto per un'idea, un progetto, un'impresa, un viaggio, un sentimento, un credo. le grandezze nascono dalle vere dedizioni.

venerdì 26 aprile 2013

piove, sembra che il tempo ci prenda in giro, un giorno gran sole e poi ancora freddo. continuerà così ancora per un pò? chi lo sà e soprattutto chi se ne importa, l'estate arriverà, è una inesorabile certezza! bye bye!

p.s.
dal contatore di visite sembrerebbe che siete in tanti che fate visita al sito e al blog, per cui non siate timidi, lasciate pure un commento, e state tranquilli non è scontato che vi risponda, per cui vai tra!

martedì 23 aprile 2013

ebbene sì, la crisi continua, la gente fa economia, i servizi indispensabili languono. Ma non se ne parlava già da diversi anni? Non si sapeva forse già? il sociale ne risente perchè dipende dalle casse delle amministrazioni pubbliche. Ma non sono forse anni che tutti noi impegnati nel sociale ci lamentiamo dei continui tagli? e allora di cosa ci lemantiamo? La demagogia non fa impresa, i bei principi sono fini a se stesi se non sanno spendersi in progetti concreti. ma cosa ci si aspettava? che forse, a fronte di ristrettezze economiche, magicamente nascessero rigurgiti di morale e la politica, dai comuni in sù, privilegiasse i più deboli? il sociale? ma quando mai! chi lavora da anni nel sociale sà bene come non ci sia idea di comunità, di aiuto reciproco, se non tra chi, ma non sempre, ha degli interessi riguardo quel servizio, quella situazione, o tra i pochi, pochissimi che si spendono per senso civico, convinzione, credo, professione, ecc. quindi di cosa ci si stupisce? l'ideologia, il sogno, ci rendono ciechi davanti alla realtà? se non esistono leggi che rendono non solo essenziali, ma anche garantiti operativamente dei servizi fondamentali per i deboli della propria comunità, non dobbiamo pensare di trovarle tra i pensieri, i desideri della gente, della comunità, che non vuole che esse esistano e che non ha mai fatto nulla per metterle nero su bianco. quante piccole amministrazioni locale rette da "cittadini", da "liste civiche", formate da voi, fanno letteralmente guerra al sociale? quanti comuni della provincia di varese sono stati condannati da giudici per discriminazione? e allora di cosa ci lamentiamo? siete chiusi dietro le vostre barricate farciti di ideologie fini a se stesse, dovreste, dobbiamo fare sistema, imparare, osservare e da lì partire con progetti che rispondano certo ai bisogni, che ci sono, e sempre ci saranno, ma che siano soprattutto efficentemente inseriti nel contesto socio economico in cui viviamo. Valorizzare le competenze, studiare le imprese sociali che hanno già un businnes plan, un piano di investimento, delle concrete prospettive a lungo termine con progetti innovativi, coinvolgere gli stakeholder.

- il cieco parla, il muto sorregge , il sordo osserva, lo storpio procede con prudenza, il saggio sa camminare tra loro facendosi indicare la direzione-

martedì 16 aprile 2013

ieri sera presso il nostro centro si è tenuto un incontro con i responsabili dell'associazione Avid di Varese dal titolo "i diritti dei disabili". è stato molto interessante e spero a breve di riuscire a pubblicare sul sito il riassunto dell'incontro. il tema è stato analizzato a fronte della difficile situazione economica e sociale che stiamo vivendo, ed è evidente come questa accentua, mette a nudo una mentalità, un modo di fare, di pensare, molto comune e cioè che il disabile, la disabilità è una rottura di ...... . ovviamente non ci fermiamo a questo, tutto ciò che riguarda il sociale ha questa connotazione per decine, centinaia di civilissimi nostri cittadini, ed allora tagliamo l'assistenza agli anziani indigenti, agli asili, ai disabili e via discorrendo. spesso si sente dire che solo chi vive un problema sociale capisce l'importanza di un sostegno. triste, perché capita a tanti. la crisi mette a nudo dei nervi scoperti. è la mentalità delle persone che crea il vero baratro, la vera caduta libera, la sofferenza. basterebbe poco, pochissimo (e se leggerete poi ciò che l'avid ci ha detto capirete meglio), per creare una società più giusta, più equa senza togliere nulla a nessuno. il miliardari continueranno a rubarsi i soldi gli uni agli atri, l'operaio continuerà a lavorare, l'insegnante ad insegnare, ma se qualcuno in più decidesse di restituire un po' più di dignità alle persone, a tutte, quindi anche ai più deboli, si libererebbero risorse enormi, benefici enormi. il disabile che lavora oltre  a stare meglio, spenderebbe perché guadagna e produce, il bambino che va all'asilo dove ci sono maestre pagate il giusto e in regola con la formazione, potrebbe avere più chance nella vita perché riceverebbe più stimoli adeguati alla sua importante fase evolutiva. stimoli che non potrà mai ricevere pienamente solo dalla famiglia. l'anziano che riceve assistenza a casa sua costa un decimo di quanto costerebbe in una casa di riposo semi ospedalizzato, si potrebbe continuare, ma la miopia di molti è assordante. a volte mi chiedo di come si possa essere così sordi, preferire costruire capannoni e stanze vuote invece che assumere medici, insegnanti, maestri, educatori...si preferisce non restituire dignità. a volte mi chiedo come si possa tornare dal proprio lavoro, tranquillo, ben pagato, entrare nella propria casa, bella, accogliente, fare ogni tanto qualche donazione, partecipare ad una riunione, ogni tanto fare del volontariato in parrocchia, forse, e poi chiudere la porta e pensare che l'umanità non sia lì fuori. chi non si sporca le mani, non ci mette il cuore, non ci crede, non spera e non si adopera per una comunità  nella quali regni pace e giustizia, è complice delle sofferenze di tutti noi, in particolare dei più deboli.

- noi siamo qui e siamo sempre più, con immensa gioia e sempre grande forza -

sabato 13 aprile 2013

finalmente la primavera! una bella giornata di sole che si conclude tra leggere velature nella sera. il caldo sembra essersi risvegliato portando con sè una rinata speranza, o meglio un rinnovato principio. la magia che ha caratterizzato per migliaia di anni il credo dei nostri antenati, insegnava che dalle viscere della terra fuggiva, scappando dagli inferi, la giovane principessa sposa di Ade, dal gelo, dal freddo, della disperazione. ogni anno fuggiva, irrompeva sulla terra portando in seno la forza della vita. allora state attenti quando in questa stagione, da oggi a venire,  quando vedete una rondine, una farfalla, una semplice gemma che sboccia in colori sgargianti, siete testimoni di un miracolo, di un arcano, di un profondo credo che non si è mai perso perchè intmamente connesso alla natura, la nostra natura di esseri che si rinnovano nei cicli della vita.

mercoledì 10 aprile 2013

è incredibile come ci si "attacca" a più o meno banali principi ed idee. sembra che per alcuni l'unico vero scopo dell'intera propria esistenza sia semplificare pensieri, concetti, scienze, per tentare di giungere magicamente ad una conclusione, una sorta di formula magica, un santo graal, che contiene in se tutto il significato di tutto. sento ripetere spesso le stesse frasi, gli stessi concetti, idiomi, appena questioni di tutti i giorni oppure più comlesse, emergono portando con loro l'inevitabile ansia che un possibile cambiamento porta in seno. l'ansia è per definizione paura di qualcosa che sta accadendo. è una brutta bestia, è forse una delle istanze psicologiche più presenti ed incisive in molti di noi. saperla controllare vuol dire portare noi stessi nella centralità degli eventi, con i nostri limiti che possimo riconoscere e le nostre risorse che possiamo liberamente utilizzare per giungere ad una attenta analisi della realtà e quindi dei fatti che succedono attorno e dentro di noi. questo che ho scritto non è e non vuole essere una formula magica, ma semplicemente uno strumento, un metodo che può essere applicato molto discrezionalmente, e che spesso stupisce per i risultati e le aperte conclusioni a cui porta.

martedì 9 aprile 2013

oggi mi hanno posto una riflesione sulla certezza. bel tema direte voi, cade casualmete a fagiuolo. bel tema se si congiunge all'esperienza di vita di molti, non pochi, che nel corso dell'esistenza si sono visti travolgere da cambiamenti epocali tali da ribaltare la prospettiva del loro futuro e di quello di tutti coloro che li circondano. ricorderete quando ho sottolineato che la presenza è di per sè un fatto oggettivo e proprio da questi eventi ne abbiamo la prova inconfutabile. il benessere delle persone e della società, di tutti noi è legato come una serie di cerchi concentrici, ciò che succede apparantemente lontano giunge a noi o vicino a noi, sempre. molti sono gli esempi e forse i più semplici riguardano storie di irresponsabilità che hanno creato danni ambientali o sociali di cui subamo le conseguenze, ma anche una persona che ha bisogno, il cui futuro non può essere più "autonomo", pittosto che un post comatoso, stanno alla nostra vita come una pianta di rose ad un giardino. quindi la certezza che la diversità, il cambiamento, il cambio di prospettiva  sia un oggetto che "non mi appartiene" è una illusoria docile e facile utopia.

lunedì 8 aprile 2013

se fossimo sempre consapevoli, con certezza assoluta a portata di ragionamento logico, ovunque e sempre ci si muoverebbe come grossi elefanti in mezzo a vasi di coccio. l'attenzione è la questione che si pone insieme indissolubilmente all'ascolto di tutto ciò che ci circonda e soprattutto del nostro essere presenza. partendo da questa riflessione non vorrei fermarmi al semplice, si pur importante valore dell'umiltà che non significa remissività, ma vorrei proseguire ponendo l'accento sull'importanza di un certo approccio alle questioni, portando ricchezza pesonale ma soprattutto, sociale. una ricaduta positiva su tutta la comunità che nemmeno possiamo immaginare, su tutti noi, su tutta la società. provate a pensare ad un luogo nel quale si misura il valore e quindi l'importanza di una persona, di una impresa, di una famiglia e via dicendo, non in base a ciò che fisicamente ha accumulato o prodotto (soldi, case, macchine, ecc), ma basandoci sul beneficio che ricade sulla collettività. certo si può obbiettare che sono questioni difficilmente misurabili e che lasciano margini di interpretabilità tali da rischiare d'essere facilmente manipolabili dai più furbi. in questo senso vorrei ricordare di come, sempre, la società umana ha trovato soluzioni, innovazioni, scoperte, non partendo dalle conclusioni, dalle regole che ne limitano i concetti e le applicazioni, ma dall'idea, anche sì essa sia avventata. o meglio lo è sempre, all'inizio, per natura avventata. basti apensare a come si è giunti alla realizzazione di grandi macchine come l'aereo, o grandi scienze come la psichiatria, o a grandi scoperte come l'america, ecc. sulla necessità di un cambiamento in questo senso meritocratico e democratico si sta giungendo attraverso l'attenzione e la necessità di un sistema giusto, di una società giusta, cioè svuotata dalle ingiustizie che imperano nei sistemi in cui viviamo. un esempio chiaro e lampande di come ci si sta avvicinando sempre più ad un cambiamento epocale, è rappresentato dal disegno evoluzionistico. è risaputo infatti che in tutta la storia della vita sulla terra ci sono stati dei balzi, dei cambiamenti, sempre e solo quanto si sono esplorate tutte le possibili combinazioni evoluzionistiche di un determinato periodo. ora abbiamo esaurito, o quasi, tutte le possibili combinazioni socio culturali che le democrazie e il mercato moderno hanno prodotto in questi ultimi tre secoli. siamo sull'orlo di un balzo che avverrà inevitabilmente portando maggione giustizia e benessere per tutti.

mercoledì 27 marzo 2013

buongiorno a tutti,
stiamo tutti lavorando per prepararci a questa Pasqua 2013, a questo "passaggio", dicevano gli ebrei, e lo dicono ancora, verso la terra promessa, verso la resurrezione ci dice Gesù. da questo angolo di mondo mi guardo attorno, cercando di leggere tra gli sguardi delle persone che incontro, le mani che stringo, i loro racconti, le sofferenze, le gioie, le speranze, e mi chiedo, ma noi dove siamo? siamo consapevoli del punto in cui stiamo e chi siamo? la bisaccia è colma di sapienza e fortezza? calziamo la gioia e la speranza? ci viene data una grande opportunità, una grossa speranza, al di là del crederci o meno, ma ci viene detto "parti perchè io sono là", io sono là.... ---ci vuole più coscienza e meno giudizio ---

mercoledì 13 marzo 2013

ci si preoccupa del fatto che, magari, un bambino non stia seduto correttamente a scuola, questo gli potrebbe provocare danni alla schiena, certo. ci si preoccupa del fatto che i nostri cari si potrebbero prendere brutte bronchiti, ed allora svviva sciarpe e cappelli, certo. ci si preoccupa del fatto che la troppo tv faccia male agli occhi, o meglio la troppa vicinanza alla tv faccia male, certo. le preoccupazioni sono tutte giuste e non finiscono mai, si passa dal cibo sano al cerotto alla botta in testa, ecc ecc, ma qualcuno mai si interroga su come questo approccio sia dispendioso in termini di risorse personali ed anche economiche e soprattutto controproducente? è come se volessi fermare l'acqua che zampilla da un lungo tubo bucherellato mettendo piccole toppe ed ingeniandomi su come e quante ne devo mettere, non finirei mai. vi siete mai chiesti se forse non è il caso di guardare a monte e raggiungere il rubinetto? tutto dipende da come insegniamo, o meglio educhiamo, noi stessi e i nostri "cari", ad affrontare, scusate la ripetizione, ad affrontare se stessi. se qualcuno magia male lo fà a ragion veduta, se sta seduto scomposto, ha le sue motivazioni, se continua a stare appiccicato al video è perchè c'è una sua funzionalità. non giudicare mai, comprendere, se si vuole giungere allo scopo che è permettere alle persone di capire, comprendere, come si può stare bene stando bene. non è una banalità ma la realtà, ciò che a noi sembra male in realtà per chi lo attua la maggior parte delle volte è funzionale al suo stare bene, ed allora, ancora una volta comprendere, condividere, farsi carico e trovare strategie assieme che abbiano la caratteristica di una sinergia fisica ma soprattutto emotiva di supporto. servirà anche sapere come disinfettare una ferita, ma soprattutto servirà sapere che colui che si è fatto male si fida di noi, riconosce in noi un valido sostegno e supporto che gli permette di affrontare il male, la sfida, il coraggio per risalire su quella bicicletta e riprendere a pedalare.

lunedì 11 marzo 2013

ragionevole è pensare che la certezza sia giustamente sicura, o per lo meno induscussa evidenza. ma se girassimo l'angolo e ci accorgessimo che la prospettiva cambia e si attorciglia e ci avvinghia? come può allora essere ragionevole ciò che non può avere sicurezza? ma davvero siamo sicuri? potremmo giocare, allucinarci, su domande, concetti che evidentemente non hanno risposta perchè sono quesiti, e una domanda è una domanda, non è una risposta. e allora uno spazio per chi vuole discutere, riflettere, di cose strane, ma che toccano tutti noi, discutere di strade, di carrozze, di diritti, di angoli o altro ancora. ciao!