martedì 9 aprile 2013

oggi mi hanno posto una riflesione sulla certezza. bel tema direte voi, cade casualmete a fagiuolo. bel tema se si congiunge all'esperienza di vita di molti, non pochi, che nel corso dell'esistenza si sono visti travolgere da cambiamenti epocali tali da ribaltare la prospettiva del loro futuro e di quello di tutti coloro che li circondano. ricorderete quando ho sottolineato che la presenza è di per sè un fatto oggettivo e proprio da questi eventi ne abbiamo la prova inconfutabile. il benessere delle persone e della società, di tutti noi è legato come una serie di cerchi concentrici, ciò che succede apparantemente lontano giunge a noi o vicino a noi, sempre. molti sono gli esempi e forse i più semplici riguardano storie di irresponsabilità che hanno creato danni ambientali o sociali di cui subamo le conseguenze, ma anche una persona che ha bisogno, il cui futuro non può essere più "autonomo", pittosto che un post comatoso, stanno alla nostra vita come una pianta di rose ad un giardino. quindi la certezza che la diversità, il cambiamento, il cambio di prospettiva  sia un oggetto che "non mi appartiene" è una illusoria docile e facile utopia.

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