martedì 16 aprile 2013

ieri sera presso il nostro centro si è tenuto un incontro con i responsabili dell'associazione Avid di Varese dal titolo "i diritti dei disabili". è stato molto interessante e spero a breve di riuscire a pubblicare sul sito il riassunto dell'incontro. il tema è stato analizzato a fronte della difficile situazione economica e sociale che stiamo vivendo, ed è evidente come questa accentua, mette a nudo una mentalità, un modo di fare, di pensare, molto comune e cioè che il disabile, la disabilità è una rottura di ...... . ovviamente non ci fermiamo a questo, tutto ciò che riguarda il sociale ha questa connotazione per decine, centinaia di civilissimi nostri cittadini, ed allora tagliamo l'assistenza agli anziani indigenti, agli asili, ai disabili e via discorrendo. spesso si sente dire che solo chi vive un problema sociale capisce l'importanza di un sostegno. triste, perché capita a tanti. la crisi mette a nudo dei nervi scoperti. è la mentalità delle persone che crea il vero baratro, la vera caduta libera, la sofferenza. basterebbe poco, pochissimo (e se leggerete poi ciò che l'avid ci ha detto capirete meglio), per creare una società più giusta, più equa senza togliere nulla a nessuno. il miliardari continueranno a rubarsi i soldi gli uni agli atri, l'operaio continuerà a lavorare, l'insegnante ad insegnare, ma se qualcuno in più decidesse di restituire un po' più di dignità alle persone, a tutte, quindi anche ai più deboli, si libererebbero risorse enormi, benefici enormi. il disabile che lavora oltre  a stare meglio, spenderebbe perché guadagna e produce, il bambino che va all'asilo dove ci sono maestre pagate il giusto e in regola con la formazione, potrebbe avere più chance nella vita perché riceverebbe più stimoli adeguati alla sua importante fase evolutiva. stimoli che non potrà mai ricevere pienamente solo dalla famiglia. l'anziano che riceve assistenza a casa sua costa un decimo di quanto costerebbe in una casa di riposo semi ospedalizzato, si potrebbe continuare, ma la miopia di molti è assordante. a volte mi chiedo di come si possa essere così sordi, preferire costruire capannoni e stanze vuote invece che assumere medici, insegnanti, maestri, educatori...si preferisce non restituire dignità. a volte mi chiedo come si possa tornare dal proprio lavoro, tranquillo, ben pagato, entrare nella propria casa, bella, accogliente, fare ogni tanto qualche donazione, partecipare ad una riunione, ogni tanto fare del volontariato in parrocchia, forse, e poi chiudere la porta e pensare che l'umanità non sia lì fuori. chi non si sporca le mani, non ci mette il cuore, non ci crede, non spera e non si adopera per una comunità  nella quali regni pace e giustizia, è complice delle sofferenze di tutti noi, in particolare dei più deboli.

- noi siamo qui e siamo sempre più, con immensa gioia e sempre grande forza -

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